Imitare San Pietro e cercare di diventare una persona che ama Dio

(1) Pietro amava la verità e amava ascoltare i sermoni del Signore Gesù. Si concentrava sul mettere in pratica e sperimentare le parole del Signore ed era scrupolosamente concreto e realistico in ogni questione.

(2) Pietro si concentrava sulla conoscenza di sé ed era in grado di riflettere con vero rimorso sulle espressioni della propria corruzione. Odiava la carne e sapeva pentirsi sinceramente.

(3) Pietro cercava di amare Dio e vedeva in Gesù molti aspetti amabili. Col tempo Gesù gli risultò ancora più amabile e Pietro divenne in grado di amare Dio.

(4) Pietro nutriva venerazione per Dio. Provava il più grande rimorso anche per il minimo atto di ribellione, e ricercava la verità. Alla fine conseguì la sottomissione fino alla morte e il massimo amore per Dio.

(5) Solo quando subì le centinaia di prove dei suoi ultimi sette anni Pietro conseguì il massimo amore per Dio e la sottomissione fino alla morte, offrendo una testimonianza forte e chiara.

Parole di Dio attinenti:

In breve, intraprendere il cammino di Pietro nella propria fede significa percorrere il cammino della ricerca della verità, che è anche quello del giungere a conoscere realmente sé stessi e del cambiare la propria indole. Solo percorrendo il cammino di Pietro si seguirà la via del perfezionamento da parte di Dio. Occorre aver ben chiaro e preciso il modo in cui intraprendere il cammino di Pietro e come metterlo in pratica. Prima di tutto, bisogna mettere da parte le proprie intenzioni, le ricerche improprie, e anche la famiglia e tutte le cose che riguardano la propria carne. Occorre essere totalmente consacrati, cioè consacrare completamente sé stessi alla parola di Dio, concentrarsi sul nutrirsi delle Sue parole, sulla ricerca della verità e delle intenzioni di Dio all’interno delle Sue parole, e tentare di comprendere la volontà di Dio in ogni cosa. Questo è il più fondamentale e vitale metodo di pratica. È stato ciò che Pietro ha fatto dopo aver visto Gesù, ed è solo praticando in questo modo che si possono ottenere i risultati migliori. Consacrazione totale alle parole di Dio implica in primo luogo ricercare la verità, ricercare le intenzioni di Dio all’interno delle Sue parole, concentrarsi sulla comprensione della Sua volontà e sul capire e ottenere più verità dalle Sue parole. Leggendo le Sue parole, Pietro non era concentrato sulla comprensione delle dottrine, tanto meno sul conseguimento della conoscenza teologica; invece, egli si concentrava sulla comprensione della verità, sull’intendimento della volontà di Dio, nonché sul raggiungere la comprensione della Sua indole e della Sua amorevolezza. Pietro tentava anche di capire dalle parole di Dio le varie condizioni corrotte dell’uomo, così come la natura corrotta dell’uomo e la sua effettiva scarsezza, soddisfacendo così tutti gli aspetti delle richieste che Dio fa all’uomo, al fine di soddisfarLo. Pietro ha messo in pratica in modo appropriato tante cose che si attenevano alle parole di Dio; ciò era veramente in armonia con la volontà di Dio, e ha rappresentato il modo migliore in cui una persona potesse collaborare mentre sperimentava l’opera di Dio. Quando sperimentava le centinaia di prove inviate da Dio, Pietro esaminava rigorosamente sé stesso a confronto con ogni parola del giudizio di Dio sull’uomo, di ogni parola della rivelazione di Dio all’uomo, e di ogni parola delle Sue richieste all’uomo, e si sforzava di penetrare il significato di quelle parole. Cercava in modo fervente di riflettere su ogni parola che Gesù gli aveva detto e di memorizzarla, e conseguiva risultati eccellenti. Attraverso questo modo di praticare, fu in grado di conseguire una certa comprensione di sé stesso a partire dalle parole di Dio, e non solo arrivò a comprendere i vari stati corrotti dell’uomo, ma anche l’essenza, la natura e le varie carenze dell’uomo. Questo è quel che significa comprendere davvero sé stessi. Dalle parole di Dio, Pietro non solo raggiunse una vera comprensione di sé stesso, ma dalle cose espresse nelle parole di Dio, l’indole giusta di Dio, ciò che Egli ha ed è, la Sua volontà per la Sua opera, le Sue richieste all’umanità, da queste cose arrivò a comprendere Dio completamente. Giunse a conoscere l’indole di Dio e la Sua essenza; arrivò a conoscere e a comprendere ciò che Dio ha ed è, così come la Sua amorevolezza e le Sue richieste all’uomo. Sebbene Dio allora non parlasse così tanto come adesso, risultati sotto questi aspetti furono comunque conseguiti da Pietro. Fu una cosa rara e preziosa. Pietro affrontò centinaia di prove ma non soffrì invano. Non solo arrivò a comprendere sé stesso a partire dalle parole e dall’opera di Dio, ma arrivò anche a conoscere Dio. Inoltre, si concentrò particolarmente sulle prescrizioni di Dio all’umanità contenute nelle Sue parole. Quali che siano gli aspetti nei quali l’uomo dovrebbe soddisfare Dio per essere in armonia con la Sua volontà, Pietro fu in grado di compiere un grosso sforzo in tali aspetti e ottenere completa chiarezza; ciò fu estremamente utile in relazione al suo ingresso. Indipendentemente da ciò di cui Dio avesse parlato, a condizione che quelle parole potessero diventare la sua vita e fossero la verità, Pietro fu in grado di scolpirle nel suo cuore per riflettere su di esse e apprezzarle assiduamente. Dopo aver ascoltato le parole di Gesù, fu in grado di custodirle nel suo cuore, il che dimostra che egli era particolarmente concentrato sulle parole di Dio, e alla fine conseguì veramente dei risultati. Cioè, egli era in grado di mettere liberamente in pratica le parole di Dio, praticare correttamente la verità ed essere in armonia con la volontà di Dio, agire interamente in accordo con l’intenzione di Dio, e rinunciare alle sue opinioni e immaginazioni personali. In questo modo, Pietro entrò nella realtà delle parole di Dio. Il servizio di Pietro si conformò con la volontà di Dio prima di tutto perché egli aveva agito in questo modo.

Se uno è capace di soddisfare Dio mentre adempie il proprio dovere, è fedele a princìpi nelle proprie parole e azioni e sa accedere alla verità realtà in ogni aspetto della verità, allora è una persona che viene perfezionata da Dio. Si può dire che l’opera e le parole di Dio siano state completamente efficaci per persone del genere, che le parole di Dio siano divenute la loro vita, che tali persone abbiano ottenuto la verità e siano in grado di vivere secondo le parole di Dio. Una volta che ciò sarà avvenuto, la natura della loro carne – ovverosia il fondamento stesso della loro esistenza originale – andrà in pezzi e crollerà. Una volta che le persone avranno fatto delle parole di Dio la loro vita, diverranno persone nuove. Se le parole di Dio diventano la loro vita, se la visione della Sua opera, ciò che Egli prescrive all’umanità, le Sue rivelazioni agli esseri umani e gli standard per una vita vera che Dio impone loro diventano la loro vita, se tali persone vivono secondo queste parole e queste verità, allora sono perfezionate dalle parole di Dio. Tali persone sono rinate e sono divenute persone nuove attraverso le parole di Dio. Questo è il cammino tramite il quale Pietro ricercò la verità; era il cammino che porta a essere resi perfetti, perfezionati dalle parole di Dio, e a guadagnare la vita dalle parole di Dio. La verità espressa da Dio diventò la sua vita, e solo allora egli divenne una persona che ha ottenuto la verità.

Tratto da “Come percorrere il cammino di Pietro” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Lo scopo che Pietro perseguiva era conoscere sé stesso e scoprire che cosa fosse stato rivelato in lui tramite l’affinamento prodotto dalle parole di Dio e nelle varie prove che Egli aveva disposto per lui. Quando giunse veramente a comprendere sé stesso, Pietro si rese conto di quanto l’uomo sia profondamente corrotto, di quanto sia irrilevante e indegno di servire Dio e di come non meriti di vivere al Suo cospetto. A quel punto, Pietro cadde prostrato davanti a Dio. Infine, questo fu il suo pensiero: “Conoscere Dio è la cosa più preziosa! Se morissi prima di conoscerLo, sarebbe davvero un peccato; sento che conoscere Dio è la cosa più importante, più densa di significato che ci sia. Se l’uomo non conosce Dio, non merita di vivere e non ha vita”. All’epoca in cui l’esperienza di Pietro era giunta a questo punto, egli era divenuto consapevole della propria natura e ne aveva acquisito una comprensione relativamente buona. Sebbene non sarebbe stato probabilmente capace di spiegarla in maniera tanto chiara quanto le persone saprebbero fare oggi, aveva effettivamente raggiunto questa condizione. Ciò evidenzia che la ricerca della vita e il conseguimento della perfezione per mano di Dio comportano una conoscenza della propria natura che parta dalle parole di Dio, nonché la comprensione dei vari aspetti di questa e la sua accurata descrizione con parole chiare e semplici. Solo così si ottiene una vera conoscenza di sé stessi e si raggiungono i risultati richiesti da Dio. Se la tua conoscenza non è ancora giunta a tal punto e malgrado ciò affermi di comprendere te stesso e di aver acquisito la vita, non ti stai forse semplicemente vantando? Non conosci te stesso, né sai cosa sei dinanzi a Dio, non sai se hai davvero raggiunto i requisiti per essere umano, o quanti elementi satanici continuano a essere presenti in te. Ancora non ti è chiaro a chi appartieni e non hai nemmeno un briciolo di conoscenza di te stesso: come puoi dunque essere in possesso di raziocinio di fronte a Dio? Quando Pietro perseguiva la vita, si concentrava sulla comprensione di sé stesso e sul cambiamento subito dalla propria indole durante le prove da lui affrontate. Si adoperò per conoscere Dio e alla fine fu questo il suo pensiero: “Durante la loro vita, gli esseri umani devono cercare di comprendere Dio; conoscerLo è la cosa fondamentale. Se non conosco Dio, non potrò riposare in pace quando morirò. Invece, se Lo avrò conosciuto, anche se a quel punto Dio mi farà morire, ne sarò comunque più che lieto, non mi lamenterò minimamente e la mia vita intera sarà stata realizzata”. Pietro non fu in grado di ottenere questo grado di comprensione o di raggiungere tale condizione subito dopo aver cominciato a credere in Dio; prima dovette affrontare molte prove. La sua esperienza dovette arrivare a un certo punto ed egli dovette capire pienamente sé stesso prima di poter percepire il valore della conoscenza di Dio. Il cammino intrapreso da Pietro fu dunque un cammino di acquisizione della vita e di perfezionamento; la sua attività specifica si concentrò prevalentemente su questo aspetto.

Tratto da “Come percorrere il cammino di Pietro” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Pietro era di buona levatura, ma aveva un retaggio diverso da quello di Paolo: i suoi genitori erano Miei persecutori, demoni di cui si era impossessato Satana, e pertanto non gli elargivano alcun insegnamento su Dio. Egli era assai arguto e pieno di doti, adorato dai genitori sin dalla fanciullezza, ma una volta cresciuto divenne loro nemico, poiché non smise mai di perseguire la Mia conoscenza e successivamente voltò loro le spalle. Lo fece anzitutto per via della sua convinzione che il cielo e la terra e tutte le cose siano nelle mani dell’Onnipotente, e che tutto quanto vi è di positivo derivi da Dio e emani direttamente da Lui, senza subire alcun influsso satanico. La contrapposizione con i genitori fruttò a Pietro una maggiore conoscenza della Mia benevolenza e misericordia, incrementando così il suo desiderio di cercarMi. Egli prestava grande attenzione non solo a nutrirsi e a dissetarsi delle Mie parole, ma addirittura a cogliere le Mie intenzioni, ed era sempre vigile in cuor suo. Ne consegue che fosse sempre estremamente avveduto nello spirito, compiacendoMi in tutto ciò che faceva. Nel quotidiano era costantemente attento a coloro che erano falliti in passato per spronare se stesso, profondamente timoroso di cadere nella trappola del fallimento. Analogamente prestava grande attenzione ad assimilare la fede e l’amore di tutti coloro che avevano amato Dio nei secoli. In tal modo accelerava il progresso della sua crescita non solo negli aspetti negativi ma, quel che più conta, negli aspetti positivi, finché al Mio cospetto divenne il depositario della più somma conoscenza. Per tale motivo non è difficile immaginare come abbia potuto consegnare tutti i suoi beni nelle Mie mani, rinunciando a essere padrone di se stesso persino nel mangiare, nel vestire, nel dormire e nella sua dimora, ma partendo dal presupposto di accontentarMi in tutto e per tutto; e in virtù di ciò godeva delle Mie ricchezze. Lo assoggettai a prove infinite volte (lasciandolo naturalmente più di là che di qua), eppure nemmeno affrontando quelle innumerevoli prove perse la fede in Me o si sentì disilluso da Me. Anche quando dissi di averlo abbandonato non si lasciò scoraggiare, e seguitò ad amarMi come prima in modo pratico e in armonia con i principi della pratica appartenenti al passato. Gli dissi che, sebbene Mi amasse, non lo avrei encomiato ma alla fine lo avrei consegnato nelle mani di Satana. Ma durante quelle prove, prove che non si abbattevano sulla sua carne ma si realizzavano attraverso le parole, egli insisteva a pregarMi: “O Dio! Esiste tra cielo e terra e tra tutte le cose un uomo, una creatura o una cosa che non sia nelle Tue mani, le mani dell’Onnipotente? Quando sei misericordioso verso di me, il mio cuore esulta grandemente della Tua misericordia. Quando mi giudichi, per quanto immeritevole io possa essere, percepisco maggiormente l’insondabilità dei Tuoi atti, poiché sei pieno di autorità e saggezza. Nonostante la mia carne soffra privazioni, il mio spirito trova conforto. Come potrei non magnificare la Tua saggezza e i Tuoi atti? Se anche dovessi morire dopo essere giunto alla Tua conoscenza, come potrei non morire lietamente e felicemente? Signore Onnipotente! Davvero non desideri consentirmi di vederTi? Sono davvero immeritevole di ricevere il Tuo giudizio? Vi è forse qualcosa in me che non desideri vedere?” Durante quelle prove, nonostante Pietro non riuscisse a cogliere precisamente le Mie intenzioni, è evidente che considerava un onore e un motivo di orgoglio l’essere usato da Me (anche se ricevette il Mio giudizio in modo tale da consentire all’umanità di vedere la Mia maestosità e la Mia ira) e che non era afflitto da queste prove. Lui è un esempio e un modello per il genere umano da migliaia di anni per via della lealtà che ha mostrato al Mio cospetto, e delle benedizioni che gli ho elargito. Non è precisamente questo l’esempio che dovreste seguire?

Tratto dal capitolo 6 di “Parole di Dio all’intero universo” in “La Parola appare nella carne”

L’uomo vive nella carne, il che significa che vive in un inferno umano e, senza il giudizio e il castigo di Dio, l’uomo è sporco come Satana. Come potrebbe l’uomo essere santo? Pietro credeva che il castigo e il giudizio di Dio fossero per l’uomo la migliore protezione e la grazia più grande. Solo attraverso il castigo e il giudizio di Dio l’uomo potrebbe risvegliarsi e odiare la carne, odiare Satana. La rigorosa disciplina di Dio libera l’uomo dall’influenza di Satana, lo libera dal suo piccolo mondo e gli permette di vivere nella luce del volto di Dio. Non c’è salvezza migliore del castigo e del giudizio! Pietro pregava: “O Dio! Finché Tu mi castighi e mi giudichi, io saprò che non mi hai abbandonato. Anche se non mi dai gioia né pace, e mi fai vivere nella sofferenza e mi infliggi innumerevoli castighi, purché Tu non mi lasci, il mio cuore sarà in pace. Oggi, il Tuo castigo e il Tuo giudizio sono diventati la mia migliore protezione e la mia più grande benedizione. La grazia che mi elargisci mi protegge. La grazia che oggi mi concedi è una manifestazione della Tua indole giusta, ed è castigo e giudizio; inoltre è una prova e, più di questo, è una vita di sofferenza”. Pietro fu in grado di mettere da parte i piaceri della carne e di cercare un amore più profondo e una maggiore protezione, poiché aveva guadagnato così tanta grazia dal castigo e dal giudizio di Dio. Nella sua vita, se l’uomo desidera essere purificato e ottenere cambiamenti nella propria indole, se vuole vivere una vita piena di significato e compiere il proprio dovere di creatura, allora deve accettare il castigo e il giudizio di Dio e non deve permettere che la disciplina e le percosse di Dio si allontanino da lui, così da potersi liberare dalla manipolazione e dall’influenza di Satana e vivere nella luce di Dio. Sappi che il castigo e il giudizio di Dio sono la luce, la luce della salvezza dell’uomo, e che per lui non esiste migliore benedizione, grazia o protezione. L’uomo vive sotto l’influenza di Satana ed esiste nella carne; se non viene purificato e non riceve la protezione di Dio, l’uomo diventerà sempre più depravato. Se desidera amare Dio, deve essere purificato e salvato. Pietro pregava: “Dio, quando mi tratti con benevolenza sono felice e mi sento confortato; quando mi castighi, provo un conforto ancor più grande, e gioia. Anche se sono debole e sopporto indicibili sofferenze, anche se ci sono lacrime e tristezza, Tu sai che questa tristezza è a causa della mia disobbedienza e della mia debolezza. Piango perché non riesco a soddisfare i Tuoi desideri, provo afflizione e rimpianto perché non sono all’altezza delle Tue richieste, ma sono disposto a raggiungere questa dimensione, sono disposto a fare tutto ciò che posso per soddisfarTi. Il Tuo castigo mi ha portato protezione e mi ha dato la salvezza migliore; il Tuo giudizio eclissa la Tua tolleranza e pazienza. Senza il Tuo castigo e giudizio, non godrei della Tua misericordia e benignità. Oggi, tanto più, vedo che il Tuo amore ha trasceso i cieli e superato ogni altra cosa. Il Tuo amore non è solo misericordia e benignità; è molto più di questo, è castigo e giudizio. Il Tuo castigo e il Tuo giudizio mi hanno dato così tanto. Senza il Tuo castigo e giudizio, non una sola persona sarebbe purificata e non una sola persona sarebbe in grado di sperimentare l’amore del Creatore. Anche se ho sopportato centinaia di prove e di tribolazioni e sono persino arrivato vicino alla morte, mi hanno permesso di conoscerTi veramente e di guadagnare la suprema salvezza. Se il Tuo castigo, giudizio e disciplina si allontanassero da me, allora vivrei nelle tenebre, sotto il dominio di Satana. Quali vantaggi offre la carne dell’uomo? Se il Tuo castigo e giudizio si allontanassero da me, sarebbe come se il Tuo Spirito mi avesse abbandonato, come se Tu non fossi più con me. Se così fosse, come potrei continuare a vivere? Se mi infliggi la malattia e mi togli la libertà posso continuare a vivere, ma se il Tuo castigo e giudizio mai mi lasciassero non avrei alcuna possibilità di continuare a vivere. Se fossi senza il Tuo castigo e giudizio, avrei perso il Tuo amore, un amore che è troppo profondo perché io lo possa esprimere a parole. Senza il Tuo amore, vivrei sotto il dominio di Satana e non sarei in grado di vedere il Tuo volto glorioso. Come potrei continuare a vivere? Non potrei sopportare una tale oscurità, una vita del genere. AverTi con me è come vederTi, quindi come potrei lasciarTi? Ti supplico, Ti imploro, non togliermi il mio più grande conforto, anche se si tratta solo di alcune parole di rassicurazione. Ho goduto del Tuo amore e oggi non posso stare lontano da Te; come potrei non amarTi? Ho versato molte lacrime di dolore a causa del Tuo amore, ma ho sempre pensato che una vita come questa è più significativa, più in grado di arricchirmi, di cambiarmi e di permettermi di raggiungere la verità che le creature dovrebbero possedere”.

Tratto da “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio” in “La Parola appare nella carne”

Qualunque cosa nella vita di Pietro non soddisfacesse il desiderio di Dio, lo faceva sentire a disagio. Se la sua vita non soddisfaceva il desiderio di Dio, Pietro provava rimorso e cercava un modo adatto per tentare di appagare il cuore di Dio. Anche negli aspetti più piccoli e più irrilevanti della sua esistenza impose a sé stesso di soddisfare il desiderio di Dio. Non fu meno esigente quando si trattò della sua vecchia indole, sempre rigoroso in ciò che pretendeva da sé stesso per andare più a fondo nella verità. […] Nella sua fede in Dio, Pietro cercò di soddisfarLo in ogni cosa e di obbedire a tutto ciò che veniva da Lui. Senza mai lamentarsi, fu in grado di accettare nella sua vita il castigo e il giudizio, nonché l’affinamento, la tribolazione e la mancanza, nessuno dei quali riuscì ad alterare il suo amore per Dio. Questo non era forse l’amore supremo per Lui? Non era forse l’adempimento del dovere di creatura di Dio? Che sia nel castigo, nel giudizio o nella tribolazione, sei sempre in grado di conquistare l’obbedienza fino alla morte e questo è ciò che dovrebbe essere realizzato da una creatura di Dio, questa è la purezza dell’amore per Dio. Se l’uomo riesce ad arrivare a tanto, è una creatura qualificata di Dio e non c’è nulla che soddisfi meglio il desiderio del Creatore. Immagina di essere in grado di lavorare per Dio, ma di non obbedirGli, di essere incapace di amarLo davvero. In questo modo, non solo non avrai compiuto il dovere di creatura di Dio, ma sarai anche condannato da Lui, perché sei una persona che non possiede la verità, che è incapace di obbedirGli e che Gli disobbedisce. Ti preoccupi solamente di lavorare per Lui e non ti curi di mettere in pratica la verità né di conoscere te stesso. Non capisci o non conosci il Creatore, non Gli obbedisci e non Lo ami. Sei per tua natura un individuo disobbediente a Dio e le persone di questo tipo non sono amate dal Creatore.

Tratto da “Il successo o il fallimento dipendono dalla strada che l’uomo percorre” in “La Parola appare nella carne”

Durante il tempo al seguito di Gesù, Pietro si fece molte opinioni su di Lui, giudicandoLo sempre dalla sua personale prospettiva. Sebbene possedesse un certo grado di cognizione dello Spirito, la sua comprensione era alquanto nebulosa, ed ecco il motivo per cui disse: “Devo seguire colui che è inviato dal Padre celeste. Devo riconoscere colui che è scelto dallo Spirito Santo”. Non capiva le cose che Gesù faceva e mancava di chiarezza al riguardo. Dopo averLo seguito per qualche tempo, in Pietro crebbe l’interesse per quello che Egli faceva e diceva, e in Gesù Stesso. Arrivò a sentire che Gesù ispirava sia affezione che rispetto; gli piaceva accompagnarsi a Lui e starGli accanto, e ascoltare le Sue parole gli forniva nutrimento e aiuto. Durante il tempo in cui seguì Gesù, Pietro osservò e prese a cuore ogni aspetto della Sua vita: le Sue azioni, le Sue parole, i Suoi gesti e le Sue espressioni. Ebbe così modo di comprendere profondamente che Gesù non era un uomo comune. Sebbene il Suo aspetto umano fosse del tutto normale, Egli era pieno di amore, compassione e tolleranza nei confronti dell’uomo. Tutto quello che faceva o diceva era di grande aiuto agli altri, e Pietro vide e guadagnò da Gesù cose che non aveva mai visto né posseduto prima. Vide che, sebbene Gesù non avesse una statura solenne né una umanità inconsueta, era circondato da un’aura straordinaria e fuori dal comune. Sebbene Pietro non fosse in grado di spiegarlo appieno, poteva vedere che Gesù Si comportava in modo diverso da qualsiasi altra persona, poiché le cose che faceva erano molto diverse da quelle degli uomini normali. Durante il tempo passato a contatto con Gesù, Pietro vide anche che il Suo carattere era diverso da quello di un uomo comune. Si comportava sempre in modo calmo e mai precipitoso, senza enfatizzare né dare poco peso a nulla, e conduceva la Propria vita in un modo che rivelava un carattere al tempo stesso normale e ammirevole. Nelle conversazioni, Gesù parlava in modo semplice e con grazia, comunicando sempre in maniera gioiosa ma pacata, pur senza mai perdere la dignità mentre svolgeva la Sua opera. Pietro vide che a volte Gesù era taciturno, mentre altre volte parlava ininterrottamente. A volte era così felice da apparire vivace e giocoso come una colomba, e altre volte era così triste da non parlare affatto, mostrandosi carico di dolore come se fosse una madre stanca e affaticata. Alcune volte era pieno di rabbia, come un valoroso soldato pronto a sterminare un nemico o, in alcune occasioni, somigliava persino a un leone ruggente. A volte rideva, altre pregava e piangeva. Indipendentemente da come Gesù Si comportasse, Pietro maturò nei Suoi confronti sconfinato amore e rispetto. Le risate di Gesù lo riempivano di gioia, la Sua tristezza lo costernava, la Sua ira lo spaventava, mentre la Sua misericordia, la Sua disposizione al perdono e la severe richieste che Egli faceva alle persone lo portarono ad amare sinceramente Gesù e a sviluppare per Lui una riverenza e un intenso desiderio autentici. Ovviamente, Pietro arrivò gradualmente a rendersi conto di tutto questo solo dopo aver vissuto fianco a fianco con Gesù per un certo numero di anni.

Tratto da “Come Pietro arrivò a conoscere Gesù” in “La Parola appare nella carne”

E per che cosa Pietro si rammaricava maggiormente? Non molto tempo dopo che Pietro aveva detto: “Tu sei il Figlio del Dio vivente”, Gesù aveva posto a Pietro un’altra domanda (sebbene non sia stata riportata nella Bibbia in questi termini). Gesù gli chiese: “Pietro! Mi hai mai amato?” Pietro capì che cosa intendesse dire, ed esclamò: “Signore! Una volta amai il Padre celeste, ma ammetto di non aver mai amato Te”. Allora Gesù disse: “Se gli uomini non amano il Padre che è nei cieli, come possono amare il Figlio sulla terra? E se gli uomini non amano il Figlio mandato da Dio Padre, come possono amare il Padre che è nei cieli? Se amassero veramente il Figlio sulla terra, allora amerebbero veramente il Padre che è nei cieli”. Quando Pietro udì tali parole, comprese che aveva avuto delle manchevolezze. Provò sempre rimorso fino alle lacrime per quelle sue parole: “Una volta ho amato il Padre celeste, ma non ho mai amato Te”. Dopo la resurrezione e l’ascensione di Gesù, provò un rimorso e una pena ancora maggiori per queste parole. Rammentando il suo passato lavoro e la sua attuale statura morale, egli si rivolgeva spesso a Gesù in preghiera, sempre provando rimorso e sentendosi in debito per non aver soddisfatto la volontà di Dio e per non essere all’altezza dei criteri di Dio. Ciò divenne il suo più pesante fardello. Diceva: “Un giorno dedicherò a Te tutto ciò che ho e tutto ciò che sono, Ti offrirò quanto c’è di più prezioso”. E poi: “Dio! Ho una sola fede e un solo amore. La mia vita non ha alcun valore, e così il mio corpo. Ho soltanto un’unica fede e un unico amore. Ho fede in Te nella mia mente e amore per Te nel mio cuore; queste due sole cose ho da offrirTi, e null’altro”. Pietro fu enormemente incoraggiato dalle parole di Gesù, poiché, prima di venire crocifisso, Gesù aveva detto a Pietro: “Io non sono di questo mondo, e anche tu non sei di questo mondo”. In seguito, quando Pietro raggiunse livelli di estrema sofferenza, Gesù glielo rammentò: “Pietro, lo hai dimenticato? Io non sono del mondo, e fu solo a motivo della Mia opera se sono andato via prima. Anche tu non sei del mondo, l’hai davvero scordato? Te l’ho detto due volte, non ricordi?” Sentendo questo, Pietro esclamò: “Non l’ho scordato!” Allora Gesù disse: “Una volta trascorresti un periodo felice insieme a Me in cielo e un periodo al Mio fianco. Ora senti la Mia mancanza, e Io sento la tua. Sebbene le creature non siano degne di alcuna considerazione ai Miei occhi, come posso non amare chi è così innocente e amabile? Hai forse dimenticato la Mia promessa? Devi accettare il Mio incarico sulla terra; devi completare il compito che ti ho affidato. Verrà il giorno in cui ti guiderò perché tu sia al Mio fianco”. All’udire tali parole, Pietro si sentì ancor più incoraggiato e ricevette una ispirazione ancora più grande, al punto che, quando fu sulla croce, fu in grado di dire: “Dio! Non riesco ad amarTi abbastanza! Anche se Tu mi chiedi di morire, il mio amore per Te ancora non è sufficiente! Ovunque Tu decida di mandare la mia anima, che Tu mantenga o no la Tua precedente promessa, qualsiasi cosa Tu faccia in seguito, io Ti amo e credo in Te”. Ciò a cui rimase saldamente aggrappato furono la sua fede e il suo autentico amore.

Tratto da “Come Pietro arrivò a conoscere Gesù” in “La Parola appare nella carne”

Pietro Mi è stato fedele per molti anni, senza tuttavia brontolare né lamentarsi mai; neppure Giobbe è stato al pari suo e nelle diverse età tutti i santi si sono dimostrati molto più carenti di Pietro. Egli non solo ha cercato di conoscerMi, ma è anche arrivato a conoscerMi durante un periodo in cui Satana stava attuando le sue macchinazioni ingannevoli. Ciò ha portato Pietro a servirMi per molti anni, sempre allineato alla Mia volontà, e per questo motivo egli non è mai stato sfruttato da Satana. Pietro ha tratto insegnamenti dalla fede di Giobbe, eppure ne percepiva chiaramente anche le mancanze. Sebbene Giobbe avesse una grande fede, gli mancava la conoscenza delle questioni del mondo spirituale, e pertanto ha detto molte parole che non corrispondevano alla realtà; ciò dimostra che la conoscenza di Giobbe era superficiale e incapace di perfezione. Pertanto, Pietro ha sempre cercato di cogliere il senso dello spirito e si è sempre concentrato sull’osservazione delle dinamiche del mondo spirituale. Di conseguenza, non solo è riuscito ad appurare qualcosa dei Miei desideri, ma ha anche ricevuto un’infarinatura delle macchinazioni ingannevoli di Satana. Per questo motivo, la sua conoscenza di Me è diventata superiore a quella di chiunque altro nel corso dei tempi.

Tratto dal capitolo 8 di “Parole di Dio all’intero universo” in “La Parola appare nella carne”

Nel corso della sua vita, Pietro sperimentò l’affinamento centinaia di volte e sopportò molti travagli dolorosi. L’affinamento divenne il fondamento del suo sommo amore per Dio e l’esperienza più significativa della sua intera vita. Il suo possesso di un sommo amore per Dio era, in un certo senso, dovuto alla sua decisione di amare Dio, ma soprattutto all’affinamento e alla sofferenza che aveva patito. La sofferenza divenne la sua guida sulla via dell’amore per Dio e la cosa più indimenticabile per lui. Se gli uomini non affrontano la sofferenza dell’affinamento quando amano Dio, il loro amore è pieno di impurità e delle loro preferenze; questo tipo di amore è pieno delle idee di Satana ed è costituzionalmente incapace di soddisfare la volontà di Dio. Aver preso la decisione di amare Dio non equivale ad amarLo veramente. Anche se tutto ciò che gli uomini pensano in cuor loro è volto ad amare Dio e a soddisfarLo, e sebbene i loro pensieri sembrino privi di idee umane e tutti per l’amore di Dio, quando tali pensieri vengono presentati di fronte a Dio, Egli non li loda né li benedice. Anche quando gli uomini hanno compreso appieno tutte le verità (quando sono giunti al punto di conoscerle per intero) non si può dire che ciò sia un segno del loro amore per Dio, non si può affermare che amino veramente Dio. Nonostante abbiano compreso molte verità senza sottoporsi all’affinamento, gli uomini sono incapaci di mettere in pratica tali verità. Solo nel corso dell’affinamento ne comprendono il vero significato, e solo allora possono apprezzarne il senso più profondo. In quel momento, quando ci riprovano, riescono a mettere in pratica le verità correttamente e in armonia con la volontà di Dio; in quel momento le loro idee umane perdono forza, la loro corruzione umana si riduce e così le loro emozioni umane; solo in quel momento la loro pratica diventa una vera manifestazione dell’amore verso Dio. L’effetto della verità dell’amore verso Dio non viene raggiunto attraverso una conoscenza fatta di parole o una disposizione mentale, e non può essere ottenuto semplicemente tramite la comprensione di quella verità. È necessario pagare un prezzo, subire molta amarezza durante l’affinamento, perché solo allora il loro amore diverrà puro e in armonia con il cuore stesso di Dio. Nel chiedere di essere amato dall’uomo, Dio non esige che ciò avvenga tramite la passione o la volontà di quest’ultimo; l’uomo può amarLo veramente solo attraverso la lealtà e l’uso della verità al fine di servirLo.

Tratto da “Solo tramite l’esperienza dell’affinamento l’uomo può possedere il vero amore” in “La Parola appare nella carne”

Tutto ciò che Pietro cercava era conforme al cuore di Dio. Egli cercò di soddisfare il desiderio di Dio e, nonostante la sofferenza e le avversità, era ancora disposto a farlo. Non c’è ricerca più grande per chi crede in Dio. Ciò che Paolo cercava fu contaminato dalla sua stessa carne, dalle sue concezioni e dai suoi piani e macchinazioni. Egli non era affatto una creatura qualificata di Dio, una persona che cercava di soddisfare il Suo desiderio. Pietro cercò di sottomettersi alle disposizioni di Dio e, sebbene il lavoro che svolse non sia stato grande, la motivazione dietro la sua ricerca e la strada che percorse erano giuste; anche se non fu in grado di guadagnare molte persone, riuscì a cercare la via della verità. Per questo si può dire che era una creatura qualificata di Dio. Oggi, anche se non sei un lavoratore, dovresti essere in grado di svolgere il compito di creatura di Dio e cercare di sottometterti a tutte le Sue disposizioni. Dovresti essere in grado di obbedire a tutto ciò che Dio dice e sperimentare ogni sorta di tribolazione e affinamento e, benché tu sia debole, in cuor tuo dovresti comunque essere capace di amare Dio. Coloro che si assumono la responsabilità della propria vita sono disposti a svolgere il compito di creatura di Dio, e il punto di vista di tali persone sulla ricerca è quello giusto. Questi sono gli uomini di cui Dio ha bisogno. Se hai svolto molto lavoro e altri hanno ricevuto i tuoi insegnamenti, ma tu non sei cambiato e non hai reso alcuna testimonianza o non hai alcuna vera esperienza, al punto che alla fine della tua vita nulla di ciò che hai fatto rende ancora testimonianza, sei forse una persona che è cambiata? Che cerca la verità? In quel momento lo Spirito Santo ti ha usato ma, quando l’ha fatto, ha utilizzato la parte di te che poteva essere utilizzata per lavorare, e non quella che non poteva esserlo. Se cercassi di cambiare, verresti gradualmente reso perfetto mentre vieni usato. Tuttavia lo Spirito Santo non Si assume alcuna responsabilità del fatto che, alla fine, tu sia guadagnato oppure no, e questo dipende dal modo in cui hai condotto la ricerca. Se non ci sono cambiamenti nella tua indole personale, è perché il tuo punto di vista sulla ricerca è sbagliato. Se non ti viene concessa alcuna ricompensa, è un tuo problema, derivato dal fatto che non hai messo in pratica la verità e che sei incapace di realizzare il desiderio di Dio. Così, nulla è più importante delle tue esperienze personali e niente è più fondamentale del tuo ingresso personale! Alcuni finiranno per dire: “Ho svolto molto lavoro per Te e, anche se forse non ho ottenuto risultati degni di nota, sono stato comunque diligente nei miei sforzi. Non puoi proprio farmi entrare in Cielo per mangiare il frutto della vita?”. Devi sapere che tipo di persone desidero; coloro che sono impuri non sono autorizzati a entrare nel Regno, a insudiciare il suolo sacro. Anche se forse hai svolto molto lavoro e lavorato per molti anni, alla fine sei ancora deplorevolmente lurido, pertanto sarà intollerabile per la legge del Cielo che tu voglia entrare nel Mio Regno! Dalla creazione del mondo fino a oggi non ho mai offerto facile accesso al Mio Regno a chi cerca di ingraziarsi il Mio favore. È una regola celeste e nessuno può infrangerla! Devi cercare la vita. Oggi coloro che saranno resi perfetti sono della stessa categoria di Pietro: sono coloro che cercano di cambiare la propria indole e sono disposti a rendere testimonianza a Dio e a fare il proprio dovere di creature di Dio. Solo le persone di questo tipo saranno rese perfette. Se miri soltanto alle ricompense e non cerchi di cambiare l’indole della tua vita, tutti i tuoi sforzi saranno vani e questa è una verità inalterabile!

Tratto da “Il successo o il fallimento dipendono dalla strada che l’uomo percorre” in “La Parola appare nella carne”